31 maggio 2007

Ascensione inversa



Era il primo sabato dopo un 16 luglio di tanti anni fa, la città santa trasudava turisti e l’aria calda della mezza asciugava in fretta i panni stesi fra i balconi di Trastevere. Mano nella mano io e Mari passeggiavamo tra la folla.
Sorridenti famiglie trasteverine sedevano intorno ai tavoli, che occupavano interamente stradine e marciapiedi. Splendide matrone dai leggeri vestiti fiorati si versavano del vino dorato nei bicchieri di vetro delle osterie, i ragazzini scorazzavano beati inseguendosi nei labirinti assolati. Un volpino bianco girava su se stesso cercando di mordersi la coda. Storditi dalle voci gioiose volevamo sederci, ma cercavamo invano due sedie libere. Con voce tonante un giovanotto ci disse “ Metteteve qua!” e fece alzare due ragazzine recalcitranti. Accettammo volentieri anche una bella caraffa di vino e due bicchieri, che spuntarono all’improvviso non si sa da dove. Ad un tratto un bagliore argenteo illuminò dall’alto la facciata della casa vicina e poi scomparve. Un paniere scendeva da un balcone al terzo piano, lentamente. Un gruppo vicino si alzò per ricevere quello che sembrava un dono del cielo. Nel paniere profumava una pentola d’alluminio, colma di bucatini alla matriciana. Quel giorno, mangiando con i nuovi amici, scoprimmo quali veri miracoli poteva offrire il cuore di Roma.

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